Io e Federica Pellegrini, insieme in una serata magica. Entrambi a gareggiare, stesso giorno, stesso orario, lei a Londra io ad Agnano, lei per una medaglia alle Olimpiadi io per la finale di tennis del torneo aziendale. Legati da un filo invisibile, ecco come una sventura fa nascere una nuova amicizia!
Per un pomeriggio le nostre vite si sono incrociate: tu a nuotare in una piscina olimpica di Londra, io a disputare la finale di tennis ad Agnano. Entrambi sotto i riflettori divorati dalle attese dei nostri fans, entrambi alla ricerca della (vana) gloria. Gli occhi di un'intera nazione puntati su di noi, un Paese incollato alla TV a seguire le nostre imprese che - per un'inaspettata coincidenza - si disputano allo stesso orario.
Il nuoto, la tua vita; il tennis, la mia passione.
Le tribune della piscina londinese dove gareggi sono strapiene, gli spalti del circolo dove disputo il match conclusivo del torneo aziendale sono gremiti (di zanzare). Le tue avversarie giovani ed agguerrite, provengono da ogni parte del mondo e desiderano solo detronizzarti. Ma ti assicuro che i muscoli della francese Muffat, le occhiatacce dell'americana Franklin e le bracciate dell'australiana Bronte Barrat non sono nulla difronte ai proiettili che da fondo campo spara Peppe da San Giorgio a Cremano, il mio avversario-collega.
Cara Fede, è proprio vero: più si vola in alto e più la caduta sarà pesante!
Perciò è inevitabile, ci tocca sottostare alla giusta gogna mediatica, i tifosi di ieri sono i primi accusatori di oggi, chi ci amava ora ci denigra, da eroi a fantocci il passo è breve.
Fede, non incavolarti: i «mostri» ora siamo noi, tu ed io, io e te.
Dopo la sconfitta, i nostri volti sofferenti immortalati dalla telecamere e sbattuti dalle televisioni nelle case in ogni angolo del Pianeta, da dare in pasto a tutti, adulti e bambini indistintamente. La nostra testa china presente su tutti i siti web, su di noi articoli in ogni possibile lingua.
Alla fine, nel dopo gara, tu ai microfoni di Sky comunichi al mondo intero ed io nello spogliatoio sotto la doccia parlotto con Peppe da San Giorgio a Cremano e - come in una favola di altri tempi - il cerchio magicamente si chiude. Distanti fisicamente mille miglia, accomunati dalle stesse parole: «io ho dato tutto quello che potevo».
Fede, abbiamo solo perso una gara ed una medaglia.
In fin dei conti, però abbiamo guadagnato un’amicizia, la nostra nuova amicizia!
Chiamami, ti aspetto ad Agnano.