Piero Ricciardi ci spiega cos'è la Sineddoche nel mondo della fotografia: l'uso in senso figurato di una parola al posto di un'altra, mediante l'ampliamento o la restrizione del senso. Immaginiamo gli occhi di una persona, la mano di donna affusolata, le volte di una chiesa ... possono ricondurre immediatamente al totale da cui la fotografia ha estratto il particolare. Con un dettagli l’autore riesce a descrivere il suo totale!
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Scritto da Pietro Ricciardi il 22/12/09
La nascita della “fotografia digitale” è coincisa con la diffusione della fotografia come hobby di massa, anche grazie all’apparente maggiore economicità del digitale rispetto all’analogico.
In realtà se ci si lascia “prendere la mano”, pur non avendo i costi di sviluppo e stampa dell’era analogica, col digitale si rischia di spendere migliaia di euro, spesso rincorrendo megapixel e prestazioni dell’apparecchio che poco hanno a che vedere realmente con la “fotografia”… un po’ come acquistare un computer di nuova generazione con dischi ultraveloci, tanti giga di ram e l’ultimissimo Word, per scrivere una lettera, senza nemmeno conoscere, ad esempio, come si effettua una “stampa in unione”.
Vabbè, rientriamo nel tema e parliamo di linguaggio fotografico.
Imparare la fotografia è un processo lungo, costante, e spesso i progressi non sono evidenti nemmeno allo stesso fotografo, il quale si rende conto dei suoi miglioramenti guardando le vecchie foto e prendendo coscienza di quanto fossero peggiori da quelle scattate oggi. Perché questo avvenga, però, bisogna essere coscienti che i risultati odierni sono altrettanto “brutti” e che bisogna lavorare ancora molto per migliorare.
La passione per la fotografia non può limitarsi tuttavia a tecnicismi sull’esposizione, il diaframma, inquadratura e megapixel … elementi importanti per poter trasmettere un messaggio, ma non sufficienti da soli.
Perché la foto trasmetta un messaggio deve innanzitutto essere presente un messaggio da trasmettere.
Se il messaggio c’è, ed è valido, alcuni tecnicismi o regole possono essere ignorate … a volte ignorare certe regole può essere un metodo per trasmettere un messaggio.
Chi si appassiona alla foto ha uno strumento importantissimo a disposizione: la retorica. La retorica è la teorizzazione dell'oratoria, ovvero del metodo di organizzazione del linguaggio secondo un criterio per il quale ad una proposizione segua una conclusione.
Lo scopo della retorica è l’ottenimento della persuasione, intesa come approvazione della tesi dell’oratore da parte di uno specifico uditorio.
Tralasciando l’aspetto persuasivo della retorica, le sue figure sono perfettamente sovrapponibili alla fotografia e conoscere le figure retoriche consente di avere degli strumenti intellettuali per trasmettere un messaggio.
La difficoltà principale sta nel fatto che nell’oratoria è possibile articolare una serie di proposizioni per creare il messaggio, nella foto il tutto deve esaurirsi nella cornice di uno scatto, o di una serie di scatti.
Una delle figure retoriche è la Sineddoche.
La sinèddoche consiste nell'uso in senso figurato di una parola al posto di un'altra, mediante l'ampliamento o la restrizione del senso. Un esempio lo possiamo trovare nel libro “Veracruz” di Valerio Evangelisti, dove leggiamo:
«Il 17 marzo 1683 Hubert Macary scrutava il mare, in attesa dei vascelli in arrivo. Solo lui e l'amico Francis Levert sapevano che al largo di Roatán stava per apparire la flotta più imponente che i Fratelli della Costa avessero mai allestito. Ben diciassette velieri, inclusi vari brigantini da una trentina di cannoni ciascuno.? Appoggiato con il gomito a una torretta di guardia, la gamba sinistra su un cannone arrugginito, Hubert pregustava lo spettacolo. Per assaporarlo si metteva nei panni degli spagnoli di qualche città costiera, quando al largo apparivano i pirati. Ecco decine di vele all'orizzonte. Le campane di tutte le chiese suonavano l'allarme. Le navi sembravano lontane ma, se avevano il vento a favore, erano velocissime. Tempo un quarto d'ora e iniziavano a cannoneggiare il forte della città. Tempo mezz'ora e uomini assatanati, portati a terra dalle scialuppe, sbarcavano urlando in cerca di una preda qualsiasi»
La figura retorica della sineddoche appare in maniera evidente nella frase “Ecco decine di vele all'orizzonte”.
In questo caso le vele rappresentano le navi.
Con un dettagli l’autore riesce a descrivere il suo totale. Il veliero.
È con lo stesso strumento retorico che in fotografia è possibile riprendere una sola parte di una scena, per rappresentare la sua totalità. Una parte di un corpo, una mano di donna affusolata, possono descrivere una donna. Le volte di una chiesa o un dettaglio di una statua possono ricondurre immediatamente al totale da cui la fotografia ha estratto il particolare.
Nasce il dubbio se la fotografia non ricorra, per sua natura comunque e sempre, alla figura della sineddoche, non potendo mai rappresentare una realtà nella sua interezza. Il fotografo volge lo sguardo in una direzione e fa una valutazione: “ciò che vedo ora nell’obiettivo sintetizza la realtà”? e scatta.
Alle spalle potrebbe esserci altro, o qualcosa che rappresenti una realtà diversa…. ma questo ci porta altrove con il discorso.
Per chi volesse approfondire consiglio di partire da un motore di ricerca ed effettuare una ricerca per “figure retoriche”.
Una volta capita la figura retorica fare un giro su flickr ed individuare almeno 10 scatti che adottano quella figura retorica tenendo presente che quasi sempre in una foto si trovano contemporaneamente più figure.
PS: ecco come ho scoperto il concetto di Sineddoche!