Riprendiamo, dopo una breve pausa, a parlare di linguaggio fotografico, partendo dal curiosare su wikipedia, dove leggiamo dell’enfasi:
“(dal greco èmphasis, da empháinō, «esibisco, mostro») è una figura retorica di tipo sintattico che consiste nell'accentuare mediante una determinata costruzione una parola o una frase, in modo da sottolinearne il significato e le implicazioni. Nella frase Lui sì che è un amico l'enfasi mette in evidenza le implicazioni della parola amico, nella frase il sangue non è acqua si sottolinea l'importanza dei legami di sangue.
Nel linguaggio parlato l'enfasi si accompagna a un aumento di intensità della voce e dei gesti. Nel linguaggio teatrale, spesso e volentieri molti registi sollecitano gli attori ad una miglior recita con l'espressione "più enfasi!". Nella classificazione di Lausberg, l'enfasi rientra nei tropi, insieme con l'antonomasia, l'iperbole, l'ironia, la litote, la metonimia, la metafora, la perifrasi, la metalessi e la sineddoche”.
Interessante, in questa descrizione, la parte finale, che subito ci fornisce un’indicazione delle similitudini tra la figura retorica dell’enfasi con la litote, la sineddoche, la metafora ed altre, alcune delle quali abbiamo preso in considerazione nel nostro chiacchierare sulla retorica applicata alla fotografia.
Queste figure, infatti, rientrano nella tropi, secondo la tassonomia di Lausberg. Il tropo ( o tropi al plurale) indica qualsiasi figura retorica in cui un'espressione è trasferita dal proprio significato ad un significato figurato. In questo, dunque, la similitudine con le figure retoriche già incontrate in questo piccolo cammino che facciamo insieme tra le figure retoriche della fotografia.
Andiamo al dunque: come si usa l’enfasi in fotografia? |
Nella fotografia un ruolo importante per usare la figura dell’enfasi può essere giocato dalle luci. Ad esempio in una foto può essere illuminata una parte della foto (magari un volto, o parte di un volto) e lasciato al buio un’altra parte, quasi indistinguibile. In questo modo si concentra l’attenzione dell’osservatore su ciò che l’autore vuole comunicare. Lo stesso si può ottenere sfocando parte dell’immagine, o con inquadrature grandangolari, che “rimpiccioliscono” lo sfondo, facendogli “perdere importanza” sottolineando quello che nello scatto si trova in primo piano.
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