Antonio P. Beni racconta le disavventure dei Pendolari prendendo spunto dai suoi viaggi quotidiani tra Milano e Vigevano. Beni si pone come paladino di milioni di lavoratori che ogni giorno sono costretti a spostarsi per lavoro. Dai suoi post si alza un urlo di dolore in difesa di tutti i pendolari: AIUTATECI!
Monster's Blog
Scritto da Antonio P. Beni il 15/04/11
Quando sei un pendolare due cose ti uccidono moralmente: lo sciopero e non trovare un posto per sedersi. Il treno, vestito di graffiti e sputi, quando entra in stazione assomiglia a un grumo di miele gettato su mille formiche affamate.
Il treno entra lentamente in stazione, come un gigante addormentato e le fila dei pendolari si stringono.
Ci sono diverse tattiche per conquistare il posto ...
La più diffusa e' la "spinta", ovvero si inizia a spingere il proprio vicino, il quale spinge il suo, cosi si arriva a chi ha conquistato la testa della fila, ottenendo una trasmissione della forza direttamente sul posto a sedere. Si usa spesso anche la tattica del "finto disinteressato". Si resta nelle retrovie, si tende a fischiettare per dimostrare disinteresse al posto a sedere, quasi si vuol far credere che neppure si attendeva il treno, per scattare improvvisamente ai fianchi della fila e sgusciare dentro al treno calpestando anziani e donne.
Una volta saliti sul treno c'è l'effetto "atomica". Le persone iniziano a scontrarsi perche' chi è convinto che il posto a sedere e' sulla destra e chi ha la certezza che sia nella vettura di sinistra. Scontri che generano una vera fusione e a volte figli!
Una volta seduti, si guarda negli occhi di chi è rimasto in piedi e si alza il trofeo in alto con orgoglio.
A volte penso che se il pendolare dovesse scegliere tra posto di lavoro e posto sul treno, senza dubbio sceglierebbe il secondo, anche se ha le pulci.
"Ciao, mi chiamo Antonio e sono un Pendolare.... "
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