Nel 1961 Totò, in una scena nel celebre film «Totò, Peppino e...la dolce vita», teneva un comizio fuori al Ministero per chiedere il riconoscimento della SPA, la Società dei Parcheggiatori Abusivi. Sono trascorsi più di 50anni e la storia non è cambiata: questi personaggi continuano a richiedere il «pizzo» agli automobilisti. Combattiamo questi «mostri», anche dai piccoli gesti si divide ciò che è legale da ciò che non lo è.
Monster's Blog
Scritto da webmonster il 19/03/12
Questa storia (vera) la racconto così come mi è accaduta, senza fronzoli. I fatti sono talmente paradossali che parlano da soli.
Arrivo con la mia auto nei pressi dell'ACI, a Fuorigrotta - vicino lo stadio San Paolo - e parcheggio la mia Skoda nell'area adiacente gli uffici. Strisce blu, sosta autorizzata previo pagamento del ticket gestito dalla società del Comune di Napoli, la NapoliPark.
Appoggio lo scontrino per la sosta di un'ora (stampato mediante la cassa automatica presente nello stesso parcheggio) sul cruscotto dell'auto, in evidenza per gli ausiliari del traffico adibiti ai controlli.
«Dotto', un'offerta a piacere grazie». Sobbalzo, mi giro, alle mie spalle un signore anziano, basso, malconcio, dall'aria stanca,
un cappello rovinato che bene lo descrive, una borsa-salvadanaio a tracollo: è il parcheggiatore abusivo.
Mi riprendo dalla sorpresa, non immaginavo che questi personaggi presidiassero anche le "soste ufficiali". Sono ovunque ma, mi illudevo, ancora fuori dalle aree riservate.
«Non vedete che ho pagato il ticket, sono sulle strisce-blu!» gli rispondo più meravigliato che innervosito.
Il tizio resta per un attimo perplesso, poi tutto d'un fiato sbotta inviperito:
«una volta la striscia-blu, un'altra volta le tessere degli handicappati, quì nessuno vuole pagare più!»
Dopo lo sfogo si allontana barcollando.
Ma ci rendiamo conto dove siamo arrivati?
Un parcheggiatore abusivo - quindi una persona non autorizzata a svolgere il compito che da solo si è assegnato - reclama perché vede violato un suo diritto: il pagamento che, secondo lui, gli spetterebbe per il lavoro illegale che svolge!
Quella stessa mattina ho osservato il comportamento di altri automobilisti: molti, alla richiesta della "mancia" da parte del «mostro-abusivo», pagavano senza reclamare!
Questi comportamenti descrivono come, in alcuni strati della società, convivono atteggiamenti disonesti e normalità, assuefazione a
quotidiana illegalità (vedi l'estorsione - perchè di estersione si tratta - ad opera del parcheggiatore abusivo).
E' questo atteggiamento che io condanno apertamente: l'osmosi tra cittadini onesti e personaggi ambigui crea un limbo ove tutto è lecito,
un luogo nel quale non si distingue ciò che è dovuto e ciò che non lo è, uno spazio civile offuscato dalla nebbia della disonestà diffusa, a tutti i livelli.
Il mio must è elementare: non pago la tangente a nessun parcheggiatore abusivo.
In questo modo non alimento il circolo vizioso della prepotenza, arroganza, ingiustizia, sopraffazione. Questi personaggi che chiedono il "pizzo" per parcheggiare sono - nella maggior parte dei casi - delinquenti, non ci sono altri epiteti per definirli. Non sono né folcloristici né disoccupati
disperati, sono solo semplici malviventi.
Eppure, anche in questo settore, esistono le dovute eccezioni.
Ricordo il parcheggiatore abusivo presente fuori una pizzeria di Napoli: educato, ben vestito, gentile nei modi e nel presentarsi. Si avvicinò con fare cordiale ed in tono professionale mi disse: «Buonasera dottò', prego ... mi pagate dopo solo se la pizza è stata di vostro gradimento».
All'uscita del locale si guadagnò la sua meritata mancia.